Ho sempre ritenuto che chi si fa i cavoli suoi campa cent'anni. Motivo per cui conosco pochissimo dei miei vicini di casa, che consistono in tutto in otto famiglie. Anni fa, quando ero andata a stare in un comune limitrofo dove non avevo parenti né amici, avevo conosciuto, durante un'attività comune, un'anziana che mi aveva detto: "Io so chi è lei! Lei è la signora che sta in via XXX, al terzo piano, con la scala sul balcone!" Ero proprio io, e la tipa, un'energica 75enne, viveva nel palazzo di fronte al mio. Io non avevo idea di chi lei fosse e nei due anni in cui sono rimasta lì a stento ho conosciuto i miei dirimpettai di pianerottolo. Ero scandalizzata. Mi sentivo osservata e spiata. Mi sembrava che ci fosse gente che sapeva tutto di me ed io nulla di loro. Forse era pure vero, ma io, fiera della mia discrezione, non avrei cambiato il mio modus vivendi, e comunque reputavo persone come quelle delle inutili impiccione pettegole.
Ora vivo in questa casa di quattro anni e ho delle vicine amichevoli, ma sicuramente più interessate di me alla socializzazione. Fino all'anno scorso, al piano di sotto, abitava, da solo, un quarantenne giovanile, un ragazzo, in sostanza, che poi è andato via. I padroni di casa avevano bisogno dell'alloggio e gli avevano chiesto di liberarlo. Era uno dei pochi che salutavo puntualmente, lui così cortese, gentile e riservato. Aveva un sorriso dal retrogusto amaro, ma sorrideva sempre. L'ultima volta che gli ho parlato era venuto a chiudere la casa dopo il trasloco. Abbiamo scambiato qualche frase, ci siamo augurati buone cose per il futuro, magari ci saremmo visti in giro per il paese (aveva trovato un altro alloggio non troppo lontano). Non l'ho più visto, e pochi giorni fa lui è morto improvvisamente. L'hanno trovato in casa i suoi amici, dopo due giorni in cui non rispondeva alle chiamate di nessuno. Mi è dispiaciuto moltissimo, era un ragazzo tanto carino ed educato, nonostante un paio di rughe d'espressione tradissero qualche sua preoccupazione.
Una cosa è sicura, però. Se la disgrazia fosse successa in questo stabile, il suo corpo non l'avrei di certo scoperto io. Forse qualche mia coinquilina, ma non la sottoscritta.
Chi sono i pessimi vicini di casa?
Ciao, T., rest in peace, il tuo sorriso mi mancherà.
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Anteprima di Un errore di gioventù
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Informazioni personali
- Elena Genero Santoro
- Sono nata a Torino nel 1975 dove ancora risiedo e lavoro. Ho pubblicato qualche romanzo e ogni tanto condivido sul blog i miei pensieri.
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