martedì 17 dicembre 2013

La Forza della Diversità - I Gemelli

http://www.edizionimontag.com/shop/scheda.asp?id=405
Edizioni Montag ha promosso un concorso che ha portato alla pubblicazione di una raccolta di racconti "La Forza della Diversità" volto esclusivamente a raccogliere fondi per la fibrosi cistica.
Di seguito il mio racconto. Se acquisterete il volume, troverete gli altri 50.
 
 
I gemelli

di Elena G. Santoro


- Perché te ne stai lì imbambolato? Muoviti, dai! – mi urla Luca, e io penso che

stavolta abbiamo fatto un vero casino.

Siamo proprio nei guai fino al collo.

- Su, avanti, dobbiamo andarcene di qua. Scappiamo prima che ci becchino!

Scappiamo, certo. È quello che stiamo facendo. Abbiamo appena incendiato la

biblioteca della scuola, nel locale le fiamme si stanno sprigionando, forse è meglio

darsi una mossa. Luca mi prende per un braccio:

- Dai, Ste’. Se ci beccano siamo nella merda! – mi incita Luca.

Devo solo scavalcare il muro di cinta da cui siamo entrati. Questa bravata ce la siamo

preparata bene da quando Ale ha scoperto che si poteva entrare nel cortile da un

punto in cui la recinzione era stata lesionata, e dopo che Ruggero, detto Ruggito, è

riuscito a rubare le chiavi ad Augusto, il bidello disabile che sta in portineria. A quel

punto l’idea a Luca è venuta da sé. E naturalmente io mi sono fatto coinvolgere,

perché non ho mai saputo dire di no a Luca, da quando siamo nati. Luca è il mio

fratello gemello. Siamo identici, due gocce d’acqua. Stessi capelli biondi, stessi occhi

azzurri. Stessa età, sedici anni, anche se lui è nato quattro minuti prima di me. La

gente ci confonde sempre, anche le ragazze. Così non posso affermare con sicurezza

che la tipa con cui sono uscito l’anno scorso per un mese volesse proprio me, oppure

Luca, che obiettivamente è sempre stato più spigliato e più estroverso. Il dubbio mi è

venuto quella volta che ci stavamo baciando e lei mi ha sussurrato:

- Luca, cioè, volevo dire, Stefano…

Così ci siamo lasciati. Non posso certo dire che la mia vita sentimentale sia stata molto

ricca, finora. A parte quell’altra parentesi, quando sono uscito con Marina, la nostra

compagna di classe con i capelli rossicci e gli occhiali. Quella muore dietro a Luca

dalla prima, e ora siamo alla fine della seconda. Ma Luca la sfotte sempre. La prende

in giro perché è una secchiona. Così una volta le ha dato appuntamento e poi ha

mandato me al suo posto. Voleva sapere che effetto faceva, ma senza starci per

davvero. E poi voleva riderci sopra insieme agli altri: Ale e Ruggito, che pendono dalle

sue labbra ogni volta che fa una battuta. Solo che Marina se n’è accorta. Come mi ha

visto arrivare da lontano, mi ha detto:

- Stefano, perché sei venuto tu, anziché tuo fratello?

Allora ho dovuto spiegarle che lui non poteva. Non me la sono sentita di fingere. Non

si meritava una tale bastardata. E tanto, comunque, mi aveva scoperto. Forse lei è

l’unica che ci riconosce. Non so da cosa l’abbia capito che ero io e non lui. Mi ero

fatto persino la riga dei capelli dalla sua parte. Il look poi è lo stesso. Stessi abiti, stesso

stile. Luca, quando gli ho detto di come era andata con Marina, non era contento. Ma

non si è neppure arrabbiato. Sa che gli voglio bene, che gli sono molto legato. Siamo

in classe insieme dai tempi dell’asilo. La mamma non ci ha mai voluto separare, anche

se le hanno detto che “didatticamente non era corretto”. Per questo sono vicino a

Luca, e in genere lo seguo in tutte le sue imprese. Lui è sempre stato pieno di buone

idee, molto fantasiose.

Solo che questa volta abbiamo esagerato. Nonostante tutte le nostre precauzioni, ci

hanno sgamato subito. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso tutte le nostre

gesta, dalla prima all’ultima. Così ora noi quattro gloriosi eroi ce ne stiamo tutti in

presidenza, al cospetto del dirigente scolastico e dei nostri genitori. Papà è scuro in

volto. Per evitare una denuncia, le alternative sono due: pagamento di tutti i danni, ore

di lavoro al servizio della scuola e sospensione per una settimana. Oppure pagamento

dei danni e ritiro immediato dal liceo.

Quando usciamo, i nostri compagni sono nei corridoi e ci osservano increduli. C’è

anche Marina che mi lancia uno sguardo deluso, e lo lancia a me, non a Luca, ed io

vorrei sprofondare.

A cena Luca piagnucola:

- Papà, ritiraci! Se dobbiamo metterci a lavorare perdiamo l’anno. Tanto i nostri

voti sono così bassi, in ogni caso non recupereremmo più.

Quando deve intortarsi papà, Luca è tutto fuorché sborone: è un gran ruffiano.

Nostro padre non è fiero di noi in questo momento, e sicuramente ci castigherà, ma

sa anche lui che una bocciatura è peggio che un ritiro, sul curriculum. E sa pure che i

nostri voti non sono affatto buoni. Alla fine del primo quadrimestre avevamo

entrambi quattro materie sotto. Quindi papà accontenterà Luca.

Se non che, io non sono d’accordo. Poso la forchetta e dico:

- Luca, ritirati pure tu, se vuoi. Io accetto la sospensione e le ore di lavoro extra.

Voglio mettermi sotto e studiare, voglio essere promosso.

Luca mi lancia un’occhiata feroce, un misto di disapprovazione completa e curiosità.

La mia uscita non era proprio prevista.

- Cazzo dici, Ste’?

Papà mi osserva con interesse:

- Sei davvero sicuro, Stefano?

Io penso che voglio bene a Luca. Lo ammiro molto, per certi versi. Ma io non avrei

mai incendiato la scuola, di mia iniziativa. E forse la mia vita sarebbe diversa se mi

assumessi le mie responsabilità, qualche volta. Se devo pagare, voglio che sia per le

cavolate che faccio di mia volontà, non per le sue.

- Sì, - confermo.

E adesso, dopo tre mesi bestiali, in cui ho studiato come un dannato per recuperare le

insufficienze e prestato servizio tre pomeriggi alla settimana come aiuto del bidello

disabile Augusto, sto aspettando che i cancelli del liceo aprano per vedere i voti

esposti.

Marina è qui e mi tiene la mano. È la mia ragazza adesso, e so che mi apprezza per

come sono. Luca, dopo il ritiro, è stato spedito a lavare auto dal benzinaio vicino a

casa, e ora medita di riscriversi in seconda a settembre.

- Comunque vada, sono fiera di te! – mi dice Marina, stampandomi un bacio

sulla guancia.

E io sono fiero di lei per tutte le sere che mi ha dedicato aiutandomi a studiare e a

recuperare un voto dopo l’altro.

Si spalancano i cancelli. Non ho il coraggio di guardare. Matematica era ancora incerta.

Apro gli occhi e ho un tuffo al cuore: Promosso!

Un errore di gioventù

Un errore di gioventù
Futura è incinta per la seconda volta e a Patrick sembra che il loro mondo sia perfetto, ma una notizia dal passato potrebbe scombinare tutto. Patrick infatti viene contattato da una sua ex, Arlene, che gli confessa di avere una figlia quasi adolescente, che potrebbe essere sua. Lui però non ha il coraggio di rivelarlo alla moglie.

L'occasione di una vita

L'occasione di una vita
Tre donne, tre occasioni per cambiare la propria vita. A Londra Futura rimane inaspettatamente incinta, ma Patrick inizialmente non è disposto ad accettare l'idea di diventare padre. Tra i due conviventi scende a lungo il gelo, finché il ragazzo, intenerito dall'ecografia del piccolo, decide di rivedere le proprie posizioni. Non fa in tempo però a manifestare le sue intenzioni che Futura perde il bambino e in conseguenza di ciò decide di allontanarsi, non essendosi sentita sufficientemente amata e capita durante la pur breve gestazione. A Torino Massimo e Ljuda, sposati e con due bambini, si dividono tra lavori part-time e la gestione della Casa di Accoglienza, struttura che si occupa di ospitare donne vittime di violenza che tentano di rimettere insiemi i cocci della loro vita. Ljuda però non è felice, le pesa la perenne carenza di soldi e decide, senza il benestare del marito, di partecipare al Reality più famoso d'Italia, dove è stata scritturata come concorrente, per dare una svolta alla sua esistenza.

Perché ne sono innamorata

Perché ne sono innamorata
Quanti modi ci sono per innamorarsi? E quanti per esprimere l’amore? Come inizia una storia duratura? La sognatrice Manuela, l’introversa e concreta Futura, la tenace Ljuda e la rassegnata Martina sono alle prese, rispettivamente, ma non sempre biunivocamente, con un promesso sposo altrui e inaffidabile, un ragazzo affascinante ma affetto da una patologia genetica, un seminarista e un fidanzato arrogante e violento. Impareranno, a loro spese, a discernere le relazioni sane da quelle malate.

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Sono nata a Torino nel 1975 dove ancora risiedo e lavoro. Ho pubblicato qualche romanzo e ogni tanto condivido sul blog i miei pensieri.