Ci sono due argomenti di cui non avrei mai il coraggio di scrivere, neppure per esorcizzare la paura che prima o poi mi possano toccare personalmente: la morte di un coniuge in giovane età e quella di un figlio, a qualunque età. Sono per me drammi talmente inimmaginabili che non riesco proprio a figurarmi davanti ad un pc nell’intento di affrontarli e superarli.
Susanna Tamaro, che evidentemente ha molto più pelo di me, li tratta entrambi nel suo ultimo libro “Per sempre”. È noto che la Tamaro è molto brava ad immedesimarsi in personaggi disparati, talvolta, come in questo caso, anche di sesso maschile. Pare che ci riesca bene, seppure non spetti a me, che sono donna, giudicare se il punto di vista maschile della Tamaro sia credibile.
Il protagonista del romanzo è un giovane medico che perde in un colpo solo moglie incinta e figlio di tre anni, al che va in crisi e ci impiega più o meno tre lustri prima di ridare un senso alla sua vita. Ciò che stride di più nella narrazione è il peso relativo che viene dato ai due drammi: il vedovo incentra quasi esclusivamente il proprio dolore sulla perdita della compagna, mentre il povero bambino deceduto rimane una figura sullo sfondo creata ad hoc per rinforzare la portata della sciagura.
Ora, come già affermato sopra, io non sono un uomo, per cui non ho idea di come un padre, magari un padre immaturo, possa vivere la morte del suo bambino rispetto a quella della moglie, ma, per la mia personale sensibilità posso affermare che se in un unico incidente perdessi marito e figli il disastro sarebbe globale, e se poi decidessi di parlare con i loro fantasmi lo farei senza distinzione con tutti e tre, compreso quello del neonato che attualmente si esprime a base di “nghè”.
Invece, nel libro, mi pare bella e plausibile la storia d’amore tra il medico e la consorte. È la descrizione credibile, non mitizzata, di una storia concreta, che non si perde in smancerie inutili, ma che propone le mille sfaccettature di un rapporto sano tra due persone molto diverse tra loro e sinceramente innamorate. Bello!
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