L’altra notte ho fatto un sogno strano. Ho sognato che per
andare in Paradiso non era abbastanza vivere in rettitudine qui sulla Terra, essere
buoni e non fare arrabbiare la mamma. Beh, sì, quello anche. Condizione
necessaria, ma non sufficiente. Il fattore determinante, però, era un altro. In
pratica, per accedere alle Alte Sfere, la discriminante era non avere più alcun
legame con la passata vita terrena. Nel senso di non avere più nulla quaggiù
che facesse parlare di noi, nessuno che ci ricordasse, nessuna traccia che
testimoniasse il nostro passaggio da queste parti. Dunque, se mai così fosse,
l’ingresso al mio Paradiso onirico sarebbe un bel casino.
Ma vi immaginate, in quest’era di globalizzazione, che trigo
sarebbe ambire a riposare in pace? Passiamo le giornate a sbatterci e ad
affannarci per presenziare su tutti i social network, per far sì che qualcuno
si accorga che esistiamo, per affermarci su tutti i fronti… metti mai che sia
controproducente. Secondo la logica del mio sogno, per chi ha pubblicato delle
foto su internet l’accesso al Paradiso diventerebbe una faccenda seria. Quando potremo
essere certi che tutti i nostri file saranno stati rimossi completamente
dall’etere? Mai. E chi ha postato un filmato, per quanto cretino, su Youtube?
Ancora peggio. E chi ha scritto fior di commenti su Facebook e blog vari?
Attenderà la fine del mondo.
Ma pensate a noi aspiranti scrittori. Avere successo, piazzare
un paio di copie, diventerebbe una iattura. Un flagello bello e buono. Condannati
a fare i fantasmi accanto agli scaffali che contengono copie dei nostri libri
invenduti.
E gli attori? Più sono famosi e più sarebbero dannati. Povero
George Clooney, povero Brad Pitt. Beh, un lato positivo ci sarebbe: tutti i
partecipanti al Grande Fratello dovrebbero spurgare un po’. Ma neanche più di
tanto, in fondo. Di solito cadono nel dimenticatoio molto in fretta.
Però i politici, la casta, tanto per dire? Vogliamo mettere
almeno loro in qualche bel girone dantesco? Piazzare alcuni volti noti tra le
fauci di Lucifero sarebbe desiderio di molti, però, ahimé, i politici che si
faranno veramente ricordare saranno pochi, e molti altri invece mangeranno alla
faccia nostra restando beatamente nell’anonimato. Li conoscete voi i nomi di
tutti gli onorevoli italiani? Io no, e manco ci tengo. Ma se fosse vera la
teoria del mio sogno, inizierei subito a memorizzarli e li farei imparare a
menadito pure ai miei figli.
Però, però… Se questa teoria bislacca avesse un senso, come
la metteremmo con gli inventori? Come se la passerebbero quelli che con un’intuizione
hanno cambiato il mondo, possibilmente in meglio? L’ultimo della serie sarebbe
Steve Jobs, che aveva sì un bel caratterino, dicono, ma io, come sua folle
ammiratrice, all’inferno non lo piazzerei mai.
Se il mio sogno strambo fosse vero, in Paradiso non ci
andrebbero neppure i santi, non quelli con reliquie, per lo meno. Manco San
Francesco, caspiterina, che nella sua umiltà ha ben lasciato un segno nella
storia.
No, non può funzionare così. Mi ribello alle mie trovate
oniriche balzane. Ne prendo le distanze. Vorrebbe dire che per accedere alle
Alte Sfere bisognerebbe essere non solo buoni, ma trasparenti e completamente inetti.
In pratica il Paradiso sarebbe vuoto.
Per fortuna, come ci hanno sempre insegnato, in Paradiso ci
vanno i buoni. Altri requisiti non sono richiesti. Il che ci fa ben sperare che
la classe politica e i furboni restino fuori. E vista la gran quantità di
politici e furboni, direi che il Paradiso non è vuoto, ma è comunque un luogo
poco frequentato.
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