L’articolo a
seguire non è una vera e propria recensione, anche se lo spunto è stato
indubbiamente tratto da un libro, l’ultimo che ho letto, che per me è stato una
vera e propria rivelazione, c’è poco da dire. Il libro si intitola “Patrick –
principi azzurro sangue” di Paola Gianinetto, edito da Emma Books.
Il libro mi è
piaciuto per davvero, me lo sono bevuto d’un fiato. Oltretutto è ben
scritto, scorrevole, non troppo dark, che dal mio punto di vista è un aspetto a
favore.
Sarebbe un
romance allo stato puro, se non fosse che i protagonisti, e in particolare, il
protagonista maschile in assoluto, è un vampiro. Dunque si tratta di romance,
ma anche di fantasy. E questo, ho capito, è un mix vincente, da cui, ecco, la
mia rivelazione. L’ingrediente fantasy può rendere perfetto il romance.
E dopo Twilight,
True Blood e altre cosucce così, il vampiro continua a mietere successi e ho
capito il perché. È un personaggio straordinario quanto basta per poter
diventare un principe azzurro senza destare sospetti.
Troppe volte
infatti, nei romance puri, i protagonisti “umani” risultano stereotipati e gli
eroi maschili sono uomini perfetti, senza macchia e senza paura, belli, arditi
e passionali, ma assolutamente introvabili nel mondo reale, e questo, per una
come me, è assai fastidioso.
Io infatti non ho
mai potuto sopportare in letteratura il maschio impeccabile, perché non c’è. E
il sogno, quando anche inizia, deve comunque partire da una base realistica, se
il contesto descritto intorno è realistico. Parlando da scrittrice amante del
sentimento, ho tentato di risolvere la faccenda ideando protagonisti maschili
(uno su tutti, il mio Patrick Sartoris) belli e comprensivi quanto ogni donna
potrebbe desiderare, ma comunque con alcune vistose pecche (un invalidante problema
di salute e una ingente dipendenza da lavoro, nel mio caso). La conseguenza è
stata che dal romance i miei romanzi hanno cominciato a convergere
inevitabilmente verso il mainstream. Nulla di male, ma per un romance puro non
è questa la soluzione.
Per fortuna
qualcun’altra, in questo caso Paola Gianinetto, ci ha pensato e ha trovato un
sistema più convincente.
Per chi come me
ama il romance, sì, ma vorrebbe anche un contorno credibile, paradossalmente il
vampiro, così palesemente incredibile, aggiusta tutto. Perché sapendo che il
vampiro nella realtà non esiste, è possibile sognare a occhi aperti e
immaginare senza difficoltà tutto ciò che lui incarna: l’uomo smisuratamente
bello, tenebroso quanto basta, ma gentile, premuroso e appassionato e mai
violento verso le donne. Si può trovare nella realtà un tipo così? Proprio no,
anche se una ci spera sempre. Ma sapendo che si tratta di un vampiro, di una
creatura mitologica, tutto è possibile e credibile. Ho scoperto l’acqua calda?
Lo confesso, sono una lettrice onnivora e feroce, ma poco pratica di fantasy. E
tuttavia, con un libro come questo, la lettrice bramosa di sentimento che è in
me può godersi dalla prima all’ultima riga la relazione travagliata ma intensa
e dolce del vampiro Patrick e della umana Anita, senza più porsi domande. Lui è
l’uomo che tutte noi vorremmo, beata lei che lo ha incontrato.
E pensare che
all’inizio ho scaricato il libro per mera curiosità, perché il protagonista si
chiamava Patrick e mi ero domandata quanti punti in comune potesse avere col
mio Patrick.
Ora posso dire
che in qualcosa i due Patrick si assomigliano. Qualche affinità ce l’hanno.
Hanno un viso perfetto (il mio Patrick non ha lo stesso fisicaccio, però), una
gentilezza d’animo non comune e pure qualcosina da nascondere, in prima
battuta; almeno inizialmente appaiono più cattivi di quello che sono.
Incidentalmente, hanno una buona cultura e parlano correntemente italiano e
inglese (il mio Patrick è un secchione italo-inglese, dunque bilingue, l’altro,
il vampiro, è tuttologo). Poi si innamorano dell’eroina di turno e le rimangono
fedeli in eterno, rispettandola come nessun egoista ordinario potrebbe mai
fare. In fondo è questo che noi donne andiamo cercando, no? Un uomo comprensivo
che ci voglia bene senza mai annoiarci.
Non un maschio
violento e prepotente che ci fa perdere la testa e ci ripaga con egocentrismo e
magari botte, vero? Perché poi c’è anche un altro genere di romance che ha per
protagonisti degli stronzi assoluti dietro ai quali la protagonista femminile
si danna per tutto il libro fino alla redenzione di uno dei due: o lei che lo
manda a stendere (recuperando logica e amor proprio) o lui che magicamente si
redime (finale incredibile, più incredibile del fantasy).
Ma non è questo
il caso.
© Copyright Elena
G. Santoro giugno 2014