venerdì 9 marzo 2012

Pessimi vicini di casa

Ho sempre ritenuto che chi si fa i cavoli suoi campa cent'anni. Motivo per cui conosco pochissimo dei miei vicini di casa, che consistono in tutto in otto famiglie. Anni fa, quando ero andata a stare in un comune limitrofo dove non avevo parenti né amici, avevo conosciuto, durante un'attività comune, un'anziana che mi aveva detto: "Io so chi è lei! Lei è la signora che sta in via XXX, al terzo piano, con la scala sul balcone!" Ero proprio io, e la tipa, un'energica 75enne, viveva nel palazzo di fronte al mio. Io non avevo idea di chi lei fosse e nei due anni in cui sono rimasta lì a stento ho conosciuto i miei dirimpettai di pianerottolo. Ero scandalizzata. Mi sentivo osservata e spiata. Mi sembrava che ci fosse gente che sapeva tutto di me ed io nulla di loro. Forse era pure vero, ma io, fiera della mia discrezione, non avrei cambiato il mio modus vivendi, e comunque reputavo persone come quelle delle inutili impiccione pettegole.
Ora vivo in questa casa di quattro anni e ho delle vicine amichevoli, ma sicuramente più interessate di me alla socializzazione. Fino all'anno scorso, al piano di sotto, abitava, da solo, un quarantenne giovanile, un ragazzo, in sostanza, che poi è andato via. I padroni di casa avevano bisogno dell'alloggio e gli avevano chiesto di liberarlo. Era uno dei pochi che salutavo puntualmente, lui così cortese, gentile e riservato. Aveva un sorriso dal retrogusto amaro, ma sorrideva sempre. L'ultima volta che gli ho parlato era venuto a chiudere la casa dopo il trasloco. Abbiamo scambiato qualche frase, ci siamo augurati buone cose per il futuro, magari ci saremmo visti in giro per il paese (aveva trovato un altro alloggio non troppo lontano). Non l'ho più visto, e pochi giorni fa lui è morto improvvisamente. L'hanno trovato in casa i suoi amici, dopo due giorni in cui non rispondeva alle chiamate di nessuno. Mi è dispiaciuto moltissimo, era un ragazzo tanto carino ed educato, nonostante un paio di rughe d'espressione tradissero qualche sua preoccupazione.
Una cosa è sicura, però. Se la disgrazia fosse successa in questo stabile, il suo corpo non l'avrei di certo scoperto io. Forse qualche mia coinquilina, ma non la sottoscritta.
Chi sono i pessimi vicini di casa?
Ciao, T., rest in peace, il tuo sorriso mi mancherà.

Un errore di gioventù

Un errore di gioventù
Futura è incinta per la seconda volta e a Patrick sembra che il loro mondo sia perfetto, ma una notizia dal passato potrebbe scombinare tutto. Patrick infatti viene contattato da una sua ex, Arlene, che gli confessa di avere una figlia quasi adolescente, che potrebbe essere sua. Lui però non ha il coraggio di rivelarlo alla moglie.

L'occasione di una vita

L'occasione di una vita
Tre donne, tre occasioni per cambiare la propria vita. A Londra Futura rimane inaspettatamente incinta, ma Patrick inizialmente non è disposto ad accettare l'idea di diventare padre. Tra i due conviventi scende a lungo il gelo, finché il ragazzo, intenerito dall'ecografia del piccolo, decide di rivedere le proprie posizioni. Non fa in tempo però a manifestare le sue intenzioni che Futura perde il bambino e in conseguenza di ciò decide di allontanarsi, non essendosi sentita sufficientemente amata e capita durante la pur breve gestazione. A Torino Massimo e Ljuda, sposati e con due bambini, si dividono tra lavori part-time e la gestione della Casa di Accoglienza, struttura che si occupa di ospitare donne vittime di violenza che tentano di rimettere insiemi i cocci della loro vita. Ljuda però non è felice, le pesa la perenne carenza di soldi e decide, senza il benestare del marito, di partecipare al Reality più famoso d'Italia, dove è stata scritturata come concorrente, per dare una svolta alla sua esistenza.

Perché ne sono innamorata

Perché ne sono innamorata
Quanti modi ci sono per innamorarsi? E quanti per esprimere l’amore? Come inizia una storia duratura? La sognatrice Manuela, l’introversa e concreta Futura, la tenace Ljuda e la rassegnata Martina sono alle prese, rispettivamente, ma non sempre biunivocamente, con un promesso sposo altrui e inaffidabile, un ragazzo affascinante ma affetto da una patologia genetica, un seminarista e un fidanzato arrogante e violento. Impareranno, a loro spese, a discernere le relazioni sane da quelle malate.

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Sono nata a Torino nel 1975 dove ancora risiedo e lavoro. Ho pubblicato qualche romanzo e ogni tanto condivido sul blog i miei pensieri.