lunedì 17 settembre 2012

Uno strano Paradiso


L’altra notte ho fatto un sogno strano. Ho sognato che per andare in Paradiso non era abbastanza vivere in rettitudine qui sulla Terra, essere buoni e non fare arrabbiare la mamma. Beh, sì, quello anche. Condizione necessaria, ma non sufficiente. Il fattore determinante, però, era un altro. In pratica, per accedere alle Alte Sfere, la discriminante era non avere più alcun legame con la passata vita terrena. Nel senso di non avere più nulla quaggiù che facesse parlare di noi, nessuno che ci ricordasse, nessuna traccia che testimoniasse il nostro passaggio da queste parti. Dunque, se mai così fosse, l’ingresso al mio Paradiso onirico sarebbe un bel casino.

Ma vi immaginate, in quest’era di globalizzazione, che trigo sarebbe ambire a riposare in pace? Passiamo le giornate a sbatterci e ad affannarci per presenziare su tutti i social network, per far sì che qualcuno si accorga che esistiamo, per affermarci su tutti i fronti… metti mai che sia controproducente. Secondo la logica del mio sogno, per chi ha pubblicato delle foto su internet l’accesso al Paradiso diventerebbe una faccenda seria. Quando potremo essere certi che tutti i nostri file saranno stati rimossi completamente dall’etere? Mai. E chi ha postato un filmato, per quanto cretino, su Youtube? Ancora peggio. E chi ha scritto fior di commenti su Facebook e blog vari? Attenderà la fine del mondo.

Ma pensate a noi aspiranti scrittori. Avere successo, piazzare un paio di copie, diventerebbe una iattura. Un flagello bello e buono. Condannati a fare i fantasmi accanto agli scaffali che contengono copie dei nostri libri invenduti.

E gli attori? Più sono famosi e più sarebbero dannati. Povero George Clooney, povero Brad Pitt. Beh, un lato positivo ci sarebbe: tutti i partecipanti al Grande Fratello dovrebbero spurgare un po’. Ma neanche più di tanto, in fondo. Di solito cadono nel dimenticatoio molto in fretta.

Però i politici, la casta, tanto per dire? Vogliamo mettere almeno loro in qualche bel girone dantesco? Piazzare alcuni volti noti tra le fauci di Lucifero sarebbe desiderio di molti, però, ahimé, i politici che si faranno veramente ricordare saranno pochi, e molti altri invece mangeranno alla faccia nostra restando beatamente nell’anonimato. Li conoscete voi i nomi di tutti gli onorevoli italiani? Io no, e manco ci tengo. Ma se fosse vera la teoria del mio sogno, inizierei subito a memorizzarli e li farei imparare a menadito pure ai miei figli.

Però, però… Se questa teoria bislacca avesse un senso, come la metteremmo con gli inventori? Come se la passerebbero quelli che con un’intuizione hanno cambiato il mondo, possibilmente in meglio? L’ultimo della serie sarebbe Steve Jobs, che aveva sì un bel caratterino, dicono, ma io, come sua folle ammiratrice, all’inferno non lo piazzerei mai.

Se il mio sogno strambo fosse vero, in Paradiso non ci andrebbero neppure i santi, non quelli con reliquie, per lo meno. Manco San Francesco, caspiterina, che nella sua umiltà ha ben lasciato un segno nella storia.

No, non può funzionare così. Mi ribello alle mie trovate oniriche balzane. Ne prendo le distanze. Vorrebbe dire che per accedere alle Alte Sfere bisognerebbe essere non solo buoni, ma trasparenti e completamente inetti. In pratica il Paradiso sarebbe vuoto.

Per fortuna, come ci hanno sempre insegnato, in Paradiso ci vanno i buoni. Altri requisiti non sono richiesti. Il che ci fa ben sperare che la classe politica e i furboni restino fuori. E vista la gran quantità di politici e furboni, direi che il Paradiso non è vuoto, ma è comunque un luogo poco frequentato.

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