Non so quanti di voi hanno notato la modella testimonial del marchio Desigual. Io ci ho fatto caso sfogliando una brochure con la collezione primavera estate 2015. La stessa modella, però, ho controllato, era già stata ingaggiata per lo meno per la stagione precedente. Comunque, la particolarità di questa ragazza, Chantelle Harlow, in arte Winnie Harlow, è che sulla sua pelle mora ci sono delle vistose ed estese macchie bianche: si tratta di vitiligine, una malattia che porta alla depigmentazione dell’epidermide sulle gambe, sulle braccia e in viso, in particolare intorno alla bocca. Pare che Desigual abbia optato per una tale scelta in quanto la sua politica aziendale è quella di dare spazio a tutto ciò che è “diverso” (si chiamano Desigual non a caso). Quindi anche una ragazza maculata, che da bambina soffriva dei più penosi complessi (la chiamavano mucca oppure zebra), può avere la sua parte di successo e anzi, non solo, può trasformare ciò che a prima vista appare un difetto in un pregio, può gloriarsi della sua unicità. Lo sforzo di Desigual è in questo senso encomiabile, evviva l’originalità, evviva anche l’esaltazione di una bellezza non stereotipata, non perfetta, non standard. Questo ci rende Desigual un’azienda indubbiamente più simpatica, e pensare che già prima mi piacevano un sacco i loro prodotti, le esplosioni di colore sui loro tessuti, l’accostamento mai pacchiano di tinte sempre accese, vivaci e allegre. Ogni borsetta è un’opera d’arte. Il problema, ma io non sono un’esperta di marketing, è che quando uno sul catalogo nota la modella non guarda più i vestiti. Però sono convinta che Desigual, da tale punto di vista commerciale, sappia quel che fa.
L’unico appunto che sento di muovere al marchio spagnolo è questo: Winnie Harlow ha in effetti un problema epidermico, ma a ben guardare rimane sempre una stanga alta due metri e magra come un chiodo. Quando Desigual, per esaltare la diversità, assolderà anche modelle sovrappeso, alte un metro e un tappo e con la cellulite, allora avremo davvero raggiunto l’obiettivo.
Copyright Elena Genero Santoro Marzo 2015