Chi mi conosce sa
che una dozzina di anni fa ho avuto un periodo difficile ma che non ho mai
smesso un solo giorno di cantare. Mi ero fatta regalare a Natale il karaoke Canta
tu, me l’aveva regalato, paradossalmente, proprio la persona che mi stava
mettendo in croce. Era liberatorio dar fiato alla mia depressione e una delle
canzoni che mi venivano direi benino era “La rondine” di Mango. Rappresentava
perfettamente il mio stato d’animo e forse era quella la ragione per cui la
interpretavo meglio di altre. (“Nonostante tu sia la mia rondine andata via, stessa
luna a metà, sei nel cielo sbagliato”).
Poi la vita è
andata avanti e il karaoke – quel bel giocattolone dalla tecnologia mediocre
che non valeva i soldi che era costato – di lì a breve era finito in cantina
insieme ai brutti ricordi e a tutto ciò che potevo associare a quel periodo
nero.
Finché ieri sera,
insieme agli addobbi di Natale, non mi è venuto in mente di riportare il
karaoke in superficie, strappandolo all’oscurità della cantina e del mio
subconscio. Sono andata a riprenderlo non per me, ma pensando che i miei figli
si sarebbero divertiti. Dopo tanto tempo, pregustando la gioia dei miei bimbi,
non mi faceva più male ritrovarlo, né averci a che fare. Non mi faceva più male
riascoltare quelle canzoni. Le mie domande: Funzionerà ancora? E: Piacerà ai
bambini? Hanno trovato entrambe risposta affermativa.
Stamattina, cioè
poche ore dopo aver fatto pace con i miei ricordi, ho appreso del decesso
improvviso di Mango, che con le sue note mi aveva inconsapevolmente
accompagnato in quei mesi orrendi, dando loro un senso. Dire che mi è
dispiaciuto non rende l’idea. Ma ora sono pronta per dedicargli “La rondine”,
che lo accompagni nel suo viaggio.
Ciao Pino, che tu
possa trovare la pace nel cielo giusto.
Copyright Dicembre 2014, Elena Genero Santoro