Ed ecco qua, non potevo esimermi. Se aspettavo ancora un po’, poi passava di moda. Quindi veniamo al dunque: la mia personale recensione di “Cinquanta sfumature di grigio”.
Ebbenesì, l’ho letto anch’io. Il primo, per lo meno, e direi che può bastare. Ci ho messo due mesi, a fatica, nel frattempo ho divorato altro, ma avevo programmato di farlo e ho concluso l’operazione. Ma ero troppo curiosa di scoprire il segreto del successo di questo caso letterario. Chissà se l'ho capito.
Vorrei iniziare il mio resoconto con un complimento: riempire 549 pagine con il nulla non è da tutti. Bisogna essere dei geni, e la signora EL James indubbiamente lo è. Ma io i successivi non li compro, e non sono interessata a leggerli nemmeno se me li regalano. L’autrice ha raggruppato insieme un’accozzaglia di luoghi comuni che tirano, et voilà, il successone è servito. Lui, il controverso Christian Grey: strafighissimo, miliardario, con il mondo ai suoi piedi, ma assolutamente tormentato (e vivi tranquillo, no?), e con il vizietto del sado-maso. Lei, la moderna Cenerentola Anastasia Steele, detta Ana: gnocca quanto basta, un po’ imbranata e, inizialmente, pure vergine. Dal punto di vista della credibilità dei protagonisti, proprio non ci siamo. Ma per chi ama gli Harmony al peperoncino, direi che siamo a cavallo. Gli ingredienti sono quelli giusti. Gli altri personaggi sono praticamente inesistenti, quindi 549 pagine tutte con loro due, solo loro due, sempre loro due, che si amano e che, nove pagine su dieci, consumano appaganti rapporti sessuali, ovviamente con delle performance strabilianti. Il che, se letto dalle giovani menti, può essere fuorviante assai.
Qualcuno ha attaccato la trilogia dicendo che come opera letteraria non è un granché, perché l’autrice usa sempre le stesse parole: “mugugnò, gemette”. Anche qui prendo a spada tratta le difese della signora EL James: i suoi protagonisti fanno sesso da inizio a fine libro, provate voi a sbizzarrirvi di sinonimi di “mugugnò” e “gemette”. Mica semplice, no?
Le descrizioni erotiche, spezziamo un’altra lancia, sono molto esplicite, ma non volgari e chi si scandalizza secondo me sbaglia. Il problema è che le scene di sesso presentate tengono i due terzi del libro e tolgono spazio agli altri avvenimenti, quasi inesistenti.
Al che uno pensa: leggo tutto nei dettagli, almeno imparo qualcosa. Un’autrice che riempie centinaia di pagine con orgasmi sensazionali, tutto sommato potrà aprirmi mondi nuovi e sconosciuti. Macché. La casalinga media è già perfettamente erudita in materia e tutte le perversioni sessuali prospettate all’inizio in realtà sono giochetti. Dunque, delusione anche per chi cercava l’hard estremo.
Eppure questo libro è piaciuto ai più. Anzi, alle più. Ha permesso a molte di sognare. Sarà perché Christian non perde di vista Ana neppure per un attimo, la porta al centro del suo universo e lì la lascia per omnia secula seculorum amen. Sarà perché è tutto esagerato. Lui non è ricco, è straricco, multimiliardario. La prima volta che la va a prendere le dà un passaggio in elicottero. Normale, no? Anche vostro marito, la prima volta, vi ha portato in elicottero, giusto? Immagino sia successo più o meno a tutte. Mi figuro già mia figlia, tra qualche anno: “Mamma, Marco passa a prendermi alle otto”. “In motorino, cara?” – dico io rimembrando i ragazzetti scalcinati che giravano a suo tempo intorno a casa mia - “No, Ma’, come ti viene? In elicottero”.
Comunque, non è il genere di fiaba che fa per me. Personalmente ho bisogno di identificarmi maggiormente nei personaggi e nelle situazioni, e questo polpettone di migliaia di pagine di quadretti improbabili non appaga il mio bisogno di un lieto fine insperato in un mondo imperfetto.
E poi il lieto fine nel primo libro non c’è (ma state tranquilli, mi dicono che in seguito vivranno felici e contenti e metteranno pure su famiglia).
Anastasia, stufa della necessità di Christian di “punirla” in caso di disobbedienza, lo pianta in asso, seppure a malincuore, attendendo che lui cambi (altro aspetto incredibile, che un uomo cambi) e che diventi un agnellino per amore suo (il che accadrà nei libri successivi), e devo dire che questa impennata di dignità personale, con cui il miliardario pervertito si scontra a momenti alterni durante tutta la narrazione, è l’unico aspetto che mi è piaciuto di tutto il libro.