sabato 16 febbraio 2013

A girl and a boy

You gave birth to a girl. She’s nice, pretty and cute. She’s the most beautiful princess you’ve ever seen in your life. She grows up, and she’s your pride: she’s diligent, she’s obedient, and the other parents envy you. She took a degree, she’s socially active, she fights against domestic violence. But one day she met a violent man, who beats up her, who kills her and you, her parent, get desperated, and  you wonder which is your mistake, why you couldn’t defend her, why you couldn’t teach her to defend herself.

You gave birth to a boy. He’s cute, he’s nice. He’s dynamic, vivacious, just a bit exuberant. He practice a lot of sport and physical activities, and this is the reason why he’ your pride, but  exercising  is not enough for him, because he’s still restless and polemic and argumentative, he thinks he’s different from the other boys, so he often argues with other guys and also with his girlfriend: he just argues, he states; he beats up her, his girlfriend says. But one day he exceeds the limits, he’s probably got drunk, but he suddenly kills his girlfriend. And you, his parent, get desperated,  and you wonder which is your mistake, why you couldn’t stop him,  why you couldn’t avoid such a monstrosity, why you couldn’t defend him by himself.

As  a mother, I wonder: is there  an educational path good enough to avoid that our children become another Reeva Steenkamp and another Oscar Pistorius?

(Yes, before any trial, I personally assume O.P. is guilty).

Ti voterò perchè... 20 motivi per votare (o non votare) Berlusconi


Un po’ di tempo fa, alla fine di gennaio, ho pubblicato un post su Facebook che suonava così:
“Io però, giuro, sono veramente curiosa di capire, per cui, vi prego, spiegatemi: voi che voterete Berlusconi, e che vi infastidite ogni volta che lo critico, per cortesia, mi dite perché lo fate? Davvero, non capisco cosa ve ne viene, quale vantaggio pensiate che un uomo del genere possa portare a voi e all'Italia intera. Ditemelo, perché continuo a permanere nel dubbio. Anni fa chi lo votava poteva ancora pensare: "E' un imprenditore abile, se sarà così abile anche con lo Stato Italiano, farà cosa fantastiche". Ma ora ha dimostrato che è buono solo a farsi i fatti suoi, e che mette gente incompetente in posizioni di rilievo. Quali prove sono ancora necessarie per dargli una pedata definitivamente?? Per cui, ve lo chiedo con molta sincerità: quali sono le sue promesse a cui vi fa piacere credere? Perché lo voterete ancora? Per l'ideologia di (centro)destra che lui dice di rappresentare? E' perché è sempre stato dalla parte degli imprenditori? è perché vuole togliere l'IMU? è perché ammirate lui come persona, che, nonostante tutte le vicissitudini, non ha perso smalto? Io spero che qualcuno mi risponda, perché in caso contrario dedurrò che nessuno lo voterà, o, come sempre si verifica, in molti lo voteranno ma non avranno mai il coraggio di dirlo”.
E infatti, come volevasi dimostrare, al mio post è seguita una standing ovation da parte degli anti-Berlu e il silenzio totale da parte dei pro-Berlu.
L’alternativa è che tutti i miei contatti siano anti-Berlu, il che sarebbe auspicabile ma non è così.
E allora, caro Berlu, ci ho provato io a capire perché qualcuno ti voterà ancora. Ho cercato di immedesimarmi nel cervello e nel portafoglio dei tuoi fan e sono giunta alle seguenti conclusioni:
Caro Silvio B., nel buio della mia urna, pregando perché tu esca un’altra volta, ti voterò perché:
1.       Perché sono un piccolo imprenditore/libero professionista e tu da sempre  sei il mio santo protettore.
2.       Perché hai promesso che restituirai l'IMU e un sacco di altre cose.
3.       Perché ti conosco personalmente e mi hai fatto un favore.
4.       Perché ti conosco personalmente e mi hai promesso un favore.
5.       Perché sono un comico e non voglio rischiare di rimanere senza lavoro (chi sfotto, poi, sennò?)
6.       Perché stai con la Lega e io non voglio  terroni ed extracomunitari al Nord.
7.       Perché a me dei diritti civili dei gay non me ne importa un fico secco, anzi, al rogo i gay che sono contro natura.
8.       Perché ce le avessi io le donne che hai tu…
9.       Perché sono una escort e devo continuare a lavorare.
10.   Perché il Duce in fondo non era così male.
11.   Perché i comunisti, si sa, mangiano i bambini.
12.   Perché ce ne fossero di uomini come te che a quasi ottant’anni si svegliano tutte le mattine per andare a lavorare.
13.   Perché ce li avessi io i soldi che hai tu.
14.   Perché ce l’avessi io il fascino che hai tu.
15.   Perché hai comprato Balotelli.
16.   Perché per Canale 5 non si paga il canone.
17.   Perché Mediaset è un’azienda che va bene.
18.   Perché la tua vita privata non c’entra proprio nulla con la tua vita pubblica.
19.   Perché nei dibattiti in tv le tue argomentazioni sono sempre le più convincenti e l’Italia è indubbiamente in vacca per colpa dei comunisti.
20.   Perché i sogni e il fumo che vendi sono sempre meglio della cruda realtà in cui ci troviamo.
A tutti quelli che per queste od altre fantasiose motivazioni vorranno andare a votare Silvio Berlusconi alle prossime elezioni auguro un attacco di dissenteria ininterrotto che neanche l’Imodium possa ovviare.
An explanation for my non Italian followers: be sure, this was an article against Mr. Bunga Bunga Berlusconi. I never voted him and I’ll never do it.

giovedì 25 ottobre 2012

50 sfumature di noia

Ed ecco qua, non potevo esimermi. Se aspettavo ancora un po’, poi passava di moda. Quindi veniamo al dunque: la mia personale recensione di “Cinquanta sfumature di grigio”.
Ebbenesì, l’ho letto anch’io. Il primo, per lo meno, e direi che può bastare. Ci ho messo due mesi, a fatica, nel frattempo ho divorato altro, ma avevo programmato di farlo e ho concluso l’operazione. Ma ero troppo curiosa di scoprire il segreto del successo di questo caso letterario. Chissà se l'ho capito.

Vorrei iniziare il mio resoconto con un complimento: riempire 549 pagine con il nulla non è da tutti. Bisogna essere dei geni, e la signora EL James indubbiamente lo è. Ma io i successivi non li compro, e non sono interessata a leggerli nemmeno se me li regalano. L’autrice ha raggruppato insieme un’accozzaglia di luoghi comuni che tirano, et voilà, il successone è servito. Lui, il controverso Christian Grey: strafighissimo, miliardario, con il mondo ai suoi piedi, ma assolutamente tormentato (e vivi tranquillo, no?), e con il vizietto del sado-maso. Lei, la moderna Cenerentola Anastasia Steele, detta Ana: gnocca quanto basta, un po’ imbranata e, inizialmente, pure vergine. Dal punto di vista della credibilità dei protagonisti, proprio non ci siamo. Ma per chi ama gli Harmony al peperoncino, direi che siamo a cavallo. Gli ingredienti sono quelli giusti. Gli altri personaggi sono praticamente inesistenti, quindi 549 pagine tutte con loro due, solo loro due, sempre loro due, che si amano e che, nove pagine su dieci, consumano appaganti rapporti sessuali, ovviamente con delle performance strabilianti. Il che, se letto dalle giovani menti, può essere fuorviante assai.

Qualcuno ha attaccato la trilogia dicendo che come opera letteraria non è un granché, perché l’autrice usa sempre le stesse parole: “mugugnò, gemette”. Anche qui prendo a spada tratta le difese della signora EL James: i suoi protagonisti fanno sesso da inizio a fine libro, provate voi a sbizzarrirvi di sinonimi di “mugugnò” e “gemette”. Mica semplice, no?

Le descrizioni erotiche, spezziamo un’altra lancia, sono molto esplicite, ma non volgari e chi si scandalizza secondo me sbaglia. Il problema è che le scene di sesso presentate tengono i due terzi del libro e tolgono spazio agli altri avvenimenti, quasi inesistenti.
Al che uno pensa: leggo tutto nei dettagli, almeno imparo qualcosa. Un’autrice che riempie centinaia di pagine con orgasmi sensazionali, tutto sommato potrà aprirmi mondi nuovi e sconosciuti. Macché. La casalinga media è già perfettamente erudita in materia e tutte le perversioni sessuali prospettate all’inizio in realtà sono giochetti.  Dunque, delusione anche per chi cercava l’hard estremo.

Eppure questo libro è piaciuto ai più. Anzi, alle più. Ha permesso a molte di sognare. Sarà perché Christian non perde di vista Ana neppure per un attimo, la porta al centro del suo universo e lì la lascia per omnia secula seculorum amen. Sarà perché è tutto esagerato. Lui non è ricco, è straricco, multimiliardario. La prima volta che la va a prendere le dà un passaggio in elicottero. Normale, no? Anche vostro marito, la prima volta, vi ha portato in elicottero, giusto? Immagino sia successo più o meno a tutte. Mi figuro già mia figlia, tra qualche anno: “Mamma, Marco passa a prendermi alle otto”. “In motorino, cara?” – dico io rimembrando i ragazzetti scalcinati che giravano a suo tempo intorno a casa mia  -  “No, Ma’, come ti viene? In elicottero”.

Comunque, non è il genere di fiaba che fa per me. Personalmente ho bisogno di identificarmi maggiormente nei personaggi e nelle situazioni, e questo polpettone di migliaia di pagine di quadretti improbabili non appaga il mio bisogno di un lieto fine insperato in un mondo imperfetto.
E poi il lieto fine nel primo libro non c’è (ma state tranquilli, mi dicono che in seguito vivranno felici e contenti e metteranno pure su famiglia).
Anastasia, stufa della necessità di Christian di “punirla” in caso di disobbedienza, lo pianta in asso, seppure a malincuore, attendendo che lui cambi (altro aspetto incredibile, che un uomo cambi) e che diventi un agnellino per amore suo (il che accadrà nei libri successivi), e devo dire che questa impennata di dignità personale, con cui il miliardario pervertito si scontra a momenti alterni durante tutta la narrazione, è l’unico aspetto che mi è piaciuto di tutto il libro. 

mercoledì 26 settembre 2012

An unforeseen night at Munich airport


Well, I can undoubtedly state that my spoken English is not perfect, but I’ve just had the chance to verify that my speaking is definitely proven and well-tested. And now I fear (around) nothing concerning English language.

I state in advance that I like flying by plane, I don’t fear for planes and yesterday evening I was cheerfully coming back from a business trip satisfying for more than one reason.

In the evening I was flying from London to Munich when, suddenly, near the touchdown, maybe due to something gulped down quickly previously and floating badly in my stomach, I didn’t feel very well. Unexpectedly  I didn’t understand what was happening to me, but I just could call the steward and say: “Excuse me, sir, I'm sorry, I can’t breathe”.

Describing your symptoms in a foreign language (English, just to say) is a challenge, especially when you hyperventilate and are surrounded only by English and German native speakers. It’s a challenge especially when you have an oxygen mask on your face. And when the only and one paramedic present on board comes from South-Africa, lives in South-Korea and speaks with a very unusual (for you) accent. Anyway, he encouraged me very much.

But, thanks to God, I succeeded. I could explain everything, included the list of my possible allergies. Fortunately, I had nothing serious, just a drop in pressure. 

In few minutes I felt better. But, unfortunately, I missed my connection. When the plane direct to Turin took off, I still was on the ambulance, in health, but trussed up and on a physiological solution drip.

Let me talk about the drip for a while. When the paramedic – another paramedic, whose relatives were Italian, in fact he spoke a bit of Italian – put me on the drip, he pricked me twice. The first time, the damper didn’t work. Therefore I told him:

-          Excuse me, sir, but I thought that in Germany everything worked perfectly. Was I wrong?

He laughed.

And then I added:

-          I can assure that needles are thinner in Italy.

He laughed again.

Once in the infirmary of Munich airport, I felt so  good that doctors decided to discharge me, but I needed a place where to spend the night. The plane after took off at 6:45 a.m.

Therefore the female nurse tried to book a room in one of the two airport hotels on behalf of me.

-          You can’t remain here in the infirmary, absolutely not!

But she came back very early:

-          The first hotel is overbooked. The Oktober Fest is in progress.

-          What does “the Oktober Fest is in progress” mean? Isn’t it September?

-          In the second one there is some vacations, but the cheapest room costs 400 euros per night.

I was shocked:

-          May I ask you to show me a bridge which I can spend the night under?

-          You’re perfectly right, I know, I know… We couldn’t, we couldn’t, we couldn’t, but you are allowed to spend the night here, free of charge.

And then she guided me to a single room which looked like a hospital room.
Thank God, and thank also that nurse.

Conclusions:

1.       The Germans are efficient and also polite, does anyone disagree??

2.       Angels exist. My personal one comes from South-Africa and lives in South Korea. Unfortunately he disappeared before I could thank him.

3.       Before leaving I thanked the paramedics for their kindness.

-          It’s my job, - one of them said.
-       Yes, but you can work in very different ways. For a patient it’s very important to be supported, and your kindness made the difference, - I replied.

lunedì 17 settembre 2012

Uno strano Paradiso


L’altra notte ho fatto un sogno strano. Ho sognato che per andare in Paradiso non era abbastanza vivere in rettitudine qui sulla Terra, essere buoni e non fare arrabbiare la mamma. Beh, sì, quello anche. Condizione necessaria, ma non sufficiente. Il fattore determinante, però, era un altro. In pratica, per accedere alle Alte Sfere, la discriminante era non avere più alcun legame con la passata vita terrena. Nel senso di non avere più nulla quaggiù che facesse parlare di noi, nessuno che ci ricordasse, nessuna traccia che testimoniasse il nostro passaggio da queste parti. Dunque, se mai così fosse, l’ingresso al mio Paradiso onirico sarebbe un bel casino.

Ma vi immaginate, in quest’era di globalizzazione, che trigo sarebbe ambire a riposare in pace? Passiamo le giornate a sbatterci e ad affannarci per presenziare su tutti i social network, per far sì che qualcuno si accorga che esistiamo, per affermarci su tutti i fronti… metti mai che sia controproducente. Secondo la logica del mio sogno, per chi ha pubblicato delle foto su internet l’accesso al Paradiso diventerebbe una faccenda seria. Quando potremo essere certi che tutti i nostri file saranno stati rimossi completamente dall’etere? Mai. E chi ha postato un filmato, per quanto cretino, su Youtube? Ancora peggio. E chi ha scritto fior di commenti su Facebook e blog vari? Attenderà la fine del mondo.

Ma pensate a noi aspiranti scrittori. Avere successo, piazzare un paio di copie, diventerebbe una iattura. Un flagello bello e buono. Condannati a fare i fantasmi accanto agli scaffali che contengono copie dei nostri libri invenduti.

E gli attori? Più sono famosi e più sarebbero dannati. Povero George Clooney, povero Brad Pitt. Beh, un lato positivo ci sarebbe: tutti i partecipanti al Grande Fratello dovrebbero spurgare un po’. Ma neanche più di tanto, in fondo. Di solito cadono nel dimenticatoio molto in fretta.

Però i politici, la casta, tanto per dire? Vogliamo mettere almeno loro in qualche bel girone dantesco? Piazzare alcuni volti noti tra le fauci di Lucifero sarebbe desiderio di molti, però, ahimé, i politici che si faranno veramente ricordare saranno pochi, e molti altri invece mangeranno alla faccia nostra restando beatamente nell’anonimato. Li conoscete voi i nomi di tutti gli onorevoli italiani? Io no, e manco ci tengo. Ma se fosse vera la teoria del mio sogno, inizierei subito a memorizzarli e li farei imparare a menadito pure ai miei figli.

Però, però… Se questa teoria bislacca avesse un senso, come la metteremmo con gli inventori? Come se la passerebbero quelli che con un’intuizione hanno cambiato il mondo, possibilmente in meglio? L’ultimo della serie sarebbe Steve Jobs, che aveva sì un bel caratterino, dicono, ma io, come sua folle ammiratrice, all’inferno non lo piazzerei mai.

Se il mio sogno strambo fosse vero, in Paradiso non ci andrebbero neppure i santi, non quelli con reliquie, per lo meno. Manco San Francesco, caspiterina, che nella sua umiltà ha ben lasciato un segno nella storia.

No, non può funzionare così. Mi ribello alle mie trovate oniriche balzane. Ne prendo le distanze. Vorrebbe dire che per accedere alle Alte Sfere bisognerebbe essere non solo buoni, ma trasparenti e completamente inetti. In pratica il Paradiso sarebbe vuoto.

Per fortuna, come ci hanno sempre insegnato, in Paradiso ci vanno i buoni. Altri requisiti non sono richiesti. Il che ci fa ben sperare che la classe politica e i furboni restino fuori. E vista la gran quantità di politici e furboni, direi che il Paradiso non è vuoto, ma è comunque un luogo poco frequentato.

venerdì 31 agosto 2012

Buoni Propositi per l'Anno Nuovo

E' iniziato un Nuovo Anno. Già, perché l'Anno Nuovo non inizia il primo gennaio, ma alla fine di agosto, quando comincia il Nuovo Anno Lavorativo. In Italia, almeno, dove le vacanze estive sono sufficientemente lunghe.

Dunque, ho appena terminato la mia prima settimana lavorativa!
 
La scorsa settimana mi sono organizzata perfettamente per iniziare l'Anno Nuovo nel migliore dei modi. Domenica sera ho piazzato tatticamente i miei vestiti stirati e ben piegati sullo scaffale del bagno. Vicino ad essi, l'orologio e i miei monili da indossare il giorno dopo. C'era anche il beauty con i miei cosmetici.
Nell'ingresso, la mia borsetta munita di tutto e le scarpe ben lucidate. Il tutto, ovviamente, per ottimizzare il tempo.

Così, lunedì mattina, mi sono svegliata puntuale alle sei e mezza, ho fatto la doccia e mi sono vestita rapidamente. Ero rilassata e in forma (solo un po' triste per la prospettiva, ma vabbé). Sono arrivata al lavoro perfettamente in tempo e ho iniziato a elencare mentalmente i Buoni Propositi per l'Anno Nuovo:

1. Devo alzarmi molto presto tutte le mattine.
2. Devo prepararmi sempre vestiti e scarpe la sera prima.
3. Devo arrivare al lavoro presto.
4. Devo mantermi calma.
5. Devo essere scattante.
6. Devo essere sorridente.
7. Devo studiare inglese in pausa pranzo.
8. Devo mettermi a dieta.


Lunedì sera sono arrivata a casa talmente stanca e ....zzata che i punti 4,5, e 6 sono decaduti immediatamente. Avevo pure mal di testa.


Cionondimeno mi sono imposta di rispettare i punti 1,2 e 3.


Martedì, no problems.


Ma mercoledì entrambi i miei figli si sono svegliati alle sei in punto con assoluta necessità della loro madre ed io ho dovuto sfamarli, lavarli e coccolarli, ovviamente. Quando sono arrivata al lavoro, tardi, avevo solo più voglia di un letto. Addio punto numero 3.


Giovedì, sebbene stanca e assonnata, mi sono ancora alzata presto, ma in bagno mi sono accorta che la maglia era macchiata e va a sapere dove avevo lasciato il mio benedetto orologio da polso. Decaduto anche il punto numero 2.

Oggi è venerdì e sto meglio. Non vedo l'ora che sia il week end (che passerà troppo in fretta). E' stata una settimana dannatamente lunga.


E i punti numero 7 e 8? Chissà. Sto bevendo caffè senza zucchero, per iniziare, poi vedremo. E questo post è stato scritto prima in inglese, per fare un po' di pratica.
Del resto, se l'anno scorso non sono riuscita a fare certe cose, evidentemente c'erano dei motivi!

New Year’s Resolutions

 
Well, a New Year has just begun. Yes, because the New Year doesn’t begin on the 1st of January, but at the end of August, when holydays time ends and when a New Working Year starts! In Italy, at least, where summer vacations are very long.

So, I’ve just spent my first week at work again!

Last week I perfectly organized myself in order to start the New Year well prepared. On Sunday evening, I placed my ironed clothes on a shelf in the bathroom, together with my watch, my earrings and my rings. Next to them, the beauty containing my cosmetics.

In the entrance hall, my handbag and my made shiny shoes.

On Monday morning I woke up at half past six, I took a shower and I got dressed very quickly. I was relaxed and felt in fit. I arrived at work perfectly in time and I started to fix my New Year’s Resolutions:
1. I will always wake up very, very early.
2. I will always get ready my clothes and shoes the day before.
3. I will always arrive at work early.
4. I will always be relaxed.
5. I will always be quick.
6. I will always be smiling.
7. I will study English during my lunchtime.
8. I will be on diet.

On Monday evening, I returned home so tired and angry that points number 4, 5 and 6 of my list immediately lapsed. I had also a headache.

Nevertheless, I forced myself to keep points number 1,2 and 3.

On Tuesday, no problems.

But on Wednesday both my children woke up at six o’clock and decided that they absolutely need their Mum. Therefore, I had to serve breakfast to them, to wash and dress them and, obviously, to cuddle them. When I arrived at work, late, I just felt like a bed. Bye-bye point number 3.

On Thursday, even if I was tired and sleepy, I kept getting up early, but, once in the bathroom, I discovered that my blouse was stained and I had no idea about the place where I forgot my watch. Lapsed also point number 2.

Today it’s Friday and I feel better. I’m looking forward to the week end. It was a long, long working week.

And what about the points from 7 to 8? Who knows. I’m drinking sugar-free coffee, now. And I'm writing in English.

Anyway, if last year I can’t succeed in doing the same things, there were some reasons!

Un errore di gioventù

Un errore di gioventù
Futura è incinta per la seconda volta e a Patrick sembra che il loro mondo sia perfetto, ma una notizia dal passato potrebbe scombinare tutto. Patrick infatti viene contattato da una sua ex, Arlene, che gli confessa di avere una figlia quasi adolescente, che potrebbe essere sua. Lui però non ha il coraggio di rivelarlo alla moglie.

L'occasione di una vita

L'occasione di una vita
Tre donne, tre occasioni per cambiare la propria vita. A Londra Futura rimane inaspettatamente incinta, ma Patrick inizialmente non è disposto ad accettare l'idea di diventare padre. Tra i due conviventi scende a lungo il gelo, finché il ragazzo, intenerito dall'ecografia del piccolo, decide di rivedere le proprie posizioni. Non fa in tempo però a manifestare le sue intenzioni che Futura perde il bambino e in conseguenza di ciò decide di allontanarsi, non essendosi sentita sufficientemente amata e capita durante la pur breve gestazione. A Torino Massimo e Ljuda, sposati e con due bambini, si dividono tra lavori part-time e la gestione della Casa di Accoglienza, struttura che si occupa di ospitare donne vittime di violenza che tentano di rimettere insiemi i cocci della loro vita. Ljuda però non è felice, le pesa la perenne carenza di soldi e decide, senza il benestare del marito, di partecipare al Reality più famoso d'Italia, dove è stata scritturata come concorrente, per dare una svolta alla sua esistenza.

Perché ne sono innamorata

Perché ne sono innamorata
Quanti modi ci sono per innamorarsi? E quanti per esprimere l’amore? Come inizia una storia duratura? La sognatrice Manuela, l’introversa e concreta Futura, la tenace Ljuda e la rassegnata Martina sono alle prese, rispettivamente, ma non sempre biunivocamente, con un promesso sposo altrui e inaffidabile, un ragazzo affascinante ma affetto da una patologia genetica, un seminarista e un fidanzato arrogante e violento. Impareranno, a loro spese, a discernere le relazioni sane da quelle malate.

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Sono nata a Torino nel 1975 dove ancora risiedo e lavoro. Ho pubblicato qualche romanzo e ogni tanto condivido sul blog i miei pensieri.